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Giovanni Block e Giovanni Chianelli hanno scritto e portato in scena un soggetto scanzonato sui devastanti effetti collaterali dei talent show, presentando il format come il talent che ti rende meno famoso di prima!
Lo scorso 4 maggio si è conclusa la stagione 2017-2018 del BeQuiet al Piccolo del Bellini di Napoli, con l’ultimo appuntamento teatrale dedicato per l’occasione, al mondo dei talent. L’ennesimo incontro fra menti vulcaniche di Block e di Giovanni Chianelli, acuto giornalista di costume e cultura, ha dato vita ad un vero e proprio format ulteriore, uno spettacolo nello spettacolo dove la musica non è passata in secondo piano ma ha ironicamente attraversato e non senza rischio, la tundra fatta di giudici, finti apprezzamenti, accesi disprezzi, pubblico dissenso, magia delle luci, improvvisi(ma non tanto) errori tecnici che fanno da contorno nella falsa tv che finge di supportare la musica.
Impressiona il fatto che uno spettacolo del genere, all’apparenza prevedibile, viva poi di tempi perfetti durante la messa in scena, di una regia di Barbara Napolitano mai approssimata e di interventi sul palco, sempre nei tempi. Eppure si assisteva ad una maestrale scioltezza nella conduzione da parte di Block, nella partecipazione dei giudici attori, dei cantanti in gara, degli eventuali ‘disturbatori’, quella scioltezza che permette di gestire ogni eventuale improvvisazione ispirata dal momento, da un’emozione. E pur trattandosi di intrattenibili risate, considerando lo spirito ironico e sarcastico con cui è stato condotto questo ‘anti-talent’, si può parlare di emozioni. Quelle provate ed espletate dal pubblico, quelle vissute dai cantanti sul palco, dai musicisti che suonano. A proposito, la resident band era composta da musicisti di tutto rispetto guidati dal maestro Francesco Lettieri: Eugenio Fabiani (batteria), Francesco Sanarico (basso), Francesco Garramone (chitarra), Enrico Valanzuolo (tromba).
E tornando ai protagonisti ‘disturbatori’, impossibile non citare Nicola Dragotto imperterrito capoclacque, Luciano Labrano nei panni di un irresistibile Akira Kuriosava; Nicola Vicidomini zotico schizofrenico . E poi, Lucio Lo Gatto e i Vandalia, coristi del Conservatorio di Napoli e intrattenitori fra uno spazio e l’altro del talent. E Ceppe, perfetto video-speaker canzonatorio, irriverente introduttore dei cantanti in gara.
Gli attori prestati al ruolo di giudici hanno saputo interpretare egregiamente la vanità, l’egocentrismo, spesso la saccenza di coloro che giudicano ipnotizzati più dalla telecamera che dal presunto talento del cantante in gara. I nomi grotteschi e geniali (Lele Mosina alias Adriano Falivene Gnegno ,il produttore teso solo al denaro; Parcella Bella la svampita, interpretata da un’audace Annarita Ferraro; DJesuCristo, prete vanesio e corruttore interpretato da Luca De Lorenzo; Lello Aniello, ovvero Giovanni Chianelli, comparsa trash in stile ‘Gomorra’) non hanno deluso l’espressività degli stessi attori, perfettamente calati nella parte e con una maestria di tempi e battute degna delle star più impeccabili e affermate. Di rilievo anche il contributo di Stefano Formato, Alessandra Farro e Maria Francesca Duilio.
I cantanti che si sono prestati al gioco sono Alessio Arena, Greta Zuccoli, Attilio Fontana , La Terza Classe e come ospite, Nicola di Bali alias Tony Tammaro. Alessio Arena, sensibile e apprezzato cantautore, da tempo raccoglie maggiori consensi in paesi ispanici e latini più che in Italia e nella sua Napoli; Greta che con la band dei The Wheels sta acquisendo sempre più popolarità e stima grazie al livello qualitativo delle loro performances. Un plauso a parte per Attilio Fontana, un artista completo che più volte ha toccato il notevole successo di pubblico e subito dopo, ogni volta ama rimettersi in gioco seguendo il suo istinto primordiale di cantautore e musicista. Impeccabile la sua performance accompagnata da una coreografia perfetta e densa di ironia. La band de La terza Classe, pronti a incidere il terzo album, merita attenzione considerando che all’estero e nell’underground italico sono già un valido riferimento di r&b di ottima fattura sia musicale che vocale. Tony Tammaro nei panni azzeccati di un indovinato Nicola di Bali, ha reso il suo momento altamente di massa confermando per l’ennesima volta la sua capacità e comunicativa con un pubblico mai stanco di applaudirlo. Pochi sanno che è un autentico cantautore con una poetica da scoprire che verrà messa in luce nel prossimo album a cui si dedicherà a breve.
Con un team di collaboratori presieduto da Tecla Meloni, con il notevole supporto di Gabriella Diliberto e Giulia Lettieri , rinnovato e di tangibile professionalità, Giovanni Block si diverte, fra un’ispirazione e l’altra da dedicare al nuovo album in lavorazione, a mettersi nei panni del pubblico reinventandosi di continuo come intrattenitore, conduttore, vulcanico autore mai a corto di idee. Il BeQuiet Talent Show è uno spettacolo interattivo degno di un Prime Time televisivo di una rete ammiraglia e voci di corridoio parlano di un acuto interesse da parte dei network tv e di un teatro Bellini sempre più convinto ad offrirgli maggiori spazi. Da sottolineare che il buon Block sapientemente si è sottratto dall’esibirsi come cantautore, lasciando sì orfano il pubblico in sala di un assaggio del suo apprezzatissimo repertorio, ma lasciando elegantemente spazio alle esibizioni dei musicisti e cantanti ed allo svolgimento di un format nel quale, come sempre, ha investito ogni energia. Il partner Giovanni Chianelli, senza compromettere la sua competenza stilistica di giornalista, è riuscito a recitare una macchietta trash, con inaspettata passione e disinvoltura tali da suscitare applausi ad ogni intervento.
L’ennesimo sold-out e centinaia di spettatori rimasti senza biglietto sono il risultato vincente di questo spettacolo. Il sipario attualmente non è calato a simbolo di fine, c’è solo la pausa estiva che è inevitabile ma nuove sorprese prenderanno luogo nella prossima stagione, nel cuore di una città che simula come palchi alla vita anche il ciglio di un marciapiede e nei programmi del BeQuiet, che attualmente resta il format che più di tutti aggrega non solo musicisti da tutta Italia in una location di tutto rispetto ma che ora cattura l’attenzione di autorevoli operatori del settore discografico, etichette indie pronte ad aguzzare vista e udito agli emergenti che si avvicendano sul palco ed induce a gemellaggi culturali con Premi autorevoli che si tengono lungo l’italico stivale. Determinato e caparbio quindi questo Block… e pensare che tutto era nato sei anni fa in un sottoscala dell’underground partenopeo…
Salvatore De Falco
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