Un nuovo modo di ascoltare. A Napoli.

Al Teatro Bellini c’è un posto di Block. Giovanni vi fa innamorare senza perdere tempo.

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Si avvicina il giorno, le “armi” i “costumi” sono pronti, mancano gli ultimi dettagli, che si mettono in secondo piano in gloria di quell’amore per l’improvvisazione tipico della scena artistica napoletana e di Giovanni Block, che nella sua versione live ama mostrarsi un po’ ironico, un po’ timido, un po’ esuberante nei confronti del suo pubblico. Il 19 Gennaio, un grande concerto con ospiti d’eccezione si metterà in scena sul palco del Teatro Bellini (via Conte di Ruvo 14) a partire dalle ore 21. Giovanni Block presenta S.P.O.T. abbracciando la sua città “senza perdere ‘o tiempo”

Un abbraccio condiviso, dato che sul palco sarà accompagnato da una band eccezionale e da ospiti speciali, tutti provenienti dal meglio della scena musicale partenopea, quella che fa della ricerca della parola e dell’influenza – musicale – di altre culture, generi e scuole, le proprie armi per creare arte fuori dai canoni standard. La voce immacolata, potente, attraente di Flo, gli strumenti graffianti e coinvolgenti degli EPO, l’eleganza di Arcangelo Michele Caso, Mariano Bellopede e Pietro Santangelo. Ospiti speciali che hanno anche preso parte alla realizzazione di S.P.O.T, insieme ad altri d’indubbia qualità come l’eclettico e stupefacente Alessio Arena e Batà ngoma.

Unica data napoletana per S.P.O.T., album interamente cantato in napoletano, ma dal respiro internazionale, che è riuscito, grazie alla propria indiscussa qualità intrinseca e al carisma – conquistato nel tempo, duramente – di Giovanni Block, ad accordare pubblico e critica conquistando recensioni positive, numeri importanti e soprattutto il favore di una platea che attendeva da tempo un prodotto cantautoriale napoletano di livello alto.

Perché è questo ciò di cui parliamo. Dopo un esordio coi fiocchi, grazie al disco Un posto ideale, Giovanni Block cambia spirito, cambia idea, lima il suo cuore, e decide di dar vita ad un lavoro che colpisca, forte come il sole, inebri, come l’odore del mare, il pubblico e che descriva con un tratto da “realismo magico” bontempelliano, l’essenza profondamente magica, ma incredibilmente realistica, della sua città: Napoli. Brani forti, che arrivano velocemente al cuore dell’ascoltatore, come “Tiempo ‘e viento”, “O mare va truvann e forti”, “Senza dicere niente”, “Int’all’undreground”, “Core mio” e “Addà veni baffone”, solo per citarne alcuni. Tracce, prosa, poesia, che non trova una precisa collocazione, ma si inserisce in un filone ermeticamente intellettuale e ampiamente orecchiabile allo stesso tempo. Un mix imprevedibile che dipinge in modo espressionista, colpendo “l’anima che è dietro le cose”, partenope, i suoi abitanti, ma non solo. Ciò che veramente è narrato in S.P.O.T. è l’anima blues, folk, colorata (anche di varie sfumature di grigio) della tradizione napoletana. Descrive senza peli sulla lingua le contraddizioni, le ipocrisie, la bellezza, la forza, i sentimenti, i desideri, le speranze che si celano dietro gli occhi, nel profondo, degli abitanti di questa splendida città, delle istituzioni, dei discorsi, della scena musicale.

S.P.O.T. è anima, narrata attraverso un documentario musicale che non può far a meno di divertire, emozionare, riflettere, stupire. Un documentario a cui sarà possibile assistere il 19 gennaio al Teatro Bellini di Napoli. Un documentario che non può essere facoltativo, ma che si deve vivere.

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